DENUNCIA
PROPAGANDA NAZISTA
 

La propaganda nazista non è finita nel ’45 con la sconfitta di Hitler. Nel 2002 su siti italiani - denuncia Silvia Ferretto Presidente della Commissione Cultura della Regione Lombardia e fondatrice nel 1994 di un Comitato contro l’intolleranza e il razzismo al quale hanno successivamente aderito numerosi circoli di Alleanza Nazionale – c’è ancora chi, del tutto indisturbato, fa esplicita propaganda razzista e nazista.

Non sono un’esperta “navigatrice” di Internet ma mi è bastato poco per imbattermi nel sito di “Forza Nuova”.

Sono rimasta letteralmente allibita e sconcertata di fronte al materiale presente sul sito.  Frasi folli e deliranti, foto con messaggi impliciti agghiaccianti, inneggianti ad un passato che nessuna persona di buon senso può auspicare ritorni.

Il nazismo è stato fortunatamente sconfitto ma è preoccupante rilevare che la sua ideologia è viva e vegeta.  Evidentemente gli errori e gli orrori del passato non sono serviti quale monito a tutti quegli scellerati che vogliono ancora discriminare gli uomini in base alla razza, al sesso e alla fede religiosa.

Quello che ritengo ancor più preoccupante però – continua l’esponente regionale di AN - è che siti del genere possano esistere, essere espressione di ideologie di partiti  ed essere visitati quotidianamente da decine di persone, fomentando ed istigando all’odio e all’intolleranza. 

Credo che cercando di perseguire l’obiettivo di garantire la massima libertà di espressione e di ideologia si rischi a volte di diventare troppo tolleranti con gli intolleranti ed i violenti.  Penso alle frange estremiste di movimenti di destra ma anche di sinistra, dove diversi fattori, come l’intolleranza, la violenza, la volontà di distruggere e non di costruire, sono comuni.

Sono diversi, purtroppo, i siti politici o politicizzati che fanno propaganda razzista in modo del tutto indisturbato.

Anche i centri sociali, sul loro sito (www.tmcrew.org), senza utilizzare mezzi termini, esternano il loro odio contro il mondo e, all’insegna dell’antiproibizionismo più estremo, pretendono libertà ma si dimenticano che la libertà propria finisce inevitabilmente dove inizia quella altrui.  Rivendicano il diritto di protestare con qualunque mezzo, istigano all’odio nei confronti della famiglia, della scuola e in generale di qualunque di istituzione che imponga loro regole o doveri.  

Di fronte a questi preoccupanti campanelli d’allarme, ritengo – conclude Silvia Ferretto – assolutamente indispensabile intervenire al più presto mediante una normativa che tuteli si la libertà di espressione ma non legittimi l’istigazione a delinquere.  

Milano, 07 maggio 2002