SMALTIMENTO RIFIUTI: LE PROPOSTE PER LA RIFORMA
DELLA LEGGE REGIONALE 21/93
Una situazione da Far West nella
raccolta e nello smaltimento rifiuti.
Un fallimento la legge regionale
21/93, le cui finalità sono state del tutto disattese.
Da queste considerazioni nascono le
proposte avanzate oggi a Milano, in una conferenza stampa che si è tenuta
nella sede del Consiglio regionale, da Silvia Ferretto Clementi (An),
Presidente della Commissione consiliare Ambiente.
La Presidente ha illustrato un
mini-dossier sulla situazione. Destinatari: l'assessore regionale
all'Ambiente, Franco Nicoli Cristiani, il Presidente della Giunta
regionale, Roberto Formigoni, e tutti i capigruppo consiliari.Diviso in
sei documentati paragrafi, fornisce una radiografia completa dello stato
di uno dei temi più caldi della regione. Ecco, in sintesi, i contenuti
della relazione e le proposte indicate per la riforma della legge
regionale sullo smaltimento.
PRODUZIONE DEI RIFIUTI: La
legge indicava come primo obiettivo il contenimento della produzione dei
rifiuti. "In realtà - denuncia dati alla mano la Ferretto - si è
passati dai 412 chili annui per abitanti del 1996, a 423 Kg/ab/anno del
1997. Complessivamente la quantità di RSU prodotta in Lombardia è
passata in questi due anni da 3.727.048 a 3.803.133".
COSTI: Come segnalato dall'IReR,
Silvia Ferretto rileva oscillazioni notevoli e ingiustificate nello
smaltimento, nonostante la legge fissasse tra le priorità il
contenimento.
"Non solo da Provincia a Provincia si
trovano differenze significative - segnala la Presidente Ferretto -
ma anche da Comune a Comune. La forbice, segnalata in una relazione
dell'Osservatorio rifiuti dell'ottobre 1997, va dalle 180 lire al chilo
alle 665".
"Si può quindi parlare - dichiara la Ferretto - di una situazione di
sostanziale anarchia improntata su logiche che non assomigliano né a
quelle dei prezzi amministrati, tipiche dei servizi pubblici, né a quelle
del libero mercato".
RACCOLTA DIFFERENZIATA:
Sembra attestarsi attorno al 23%. "Tuttavia - precisa la consigliera
di An - non vi è alcun dato certo in merito alla reale destinazione
finale. A ciò si aggiunge il fatto che buona parte dei rifiuti raccolti
in modo differenziato rischia di finire in discarica in modo
indifferenziato, vanificando in tal modo gli sforzi impiegati nella
raccolta e i relativi costi".
PIANIFICAZIONE ATTIVITA': Le
Province sembrano essere inadeguate a svolgere validi controlli.
"Tale considerazione - spiega la Ferretto - nasce da un rapporto
realizzato dalla Commissione Ambiente che solo a fatica è riuscita ad
ottenere informazioni su tale attività di vigilanza". Nulla di certo
inoltre si sa circa la reale qualità del compost, la sua effettiva
destinazione finale, la domanda e l'offerta presenti sul mercato. "Il
fenomeno - dichiara Silvia Ferretto - va attentamente valutato, anche alla
luce dei numerosi casi di rifiuti forniti agli agricoltori sotto le
mentite spoglie di compost, dato che ha raggiunto livelli così
significativi da indurre la magistratura ad aprire varie indagini".
Infine, gli impianti sono troppi e
sovradimensionati. "A regime, la potenzialità degli impianti di
selezione, compostaggio e termodistruzione - denuncia la Presidente -
sarebbe superiore del 22,5% a quella necessaria per trattare l'intero
ammontare degli RSU, senza contare che una parte di questi ultimi finisce
in discarica, nei cementifici e nei cosiddetti impianti a contenuto
innovativo".
PROPOSTE: "Sarebbe
opportuno - dichiara la Presidente Ferretto - che la riforma della legge
regionale 21 del 1993 in materia di smaltimento dei rifiuti offrisse una
giusta risposta a questi problemi, riformulando le proprie finalità".
"Innanzitutto - spiega la
Ferretto - andrebbe indicato il pezzo massimo pagabile per lo smaltimento
da parte della Pubblica Amministrazione, tetto massimo oltre il quale non
si deve essere possibile andare. Dati i problemi emersi nella revisione
dei piani provinciali, in futuro questi dovranno essere vagliati
dall'Agenzia Regionale per l'Ambiente (ARPA) e non più da consulenti
esterni, costosi e inutili". Infine, per aumentare e controllare
l'effettiva portata della raccolta differenziata la Presidente Ferretto
propone che il numero degli impianti per lo smaltimento e il recupero di
materiali venga deciso sulla base del mercato del compost. "Occorre
sapere con esattezza - dice la Presidente - quanto compost può essere
utilizzato in agricoltura e produrne in proporzione. In tal modo la
pianificazione provinciale potrà essere modificata solo se fosse
necessario aumentare o diminuire la produzione di materiali da destinare
all'agricoltura".
Per quanto riguarda l'ubicazione
degli impianti, la Ferretto propone una distanza minima di 500 metri dalle
abitazioni e di almeno 10 chilometri fra gli impianti stessi. Quanto agli
imballaggi, che attualmente rappresentano circa il 50% dei rifiuti,
dovrebbero essere ulteriormente ridotti. Vanno promosse inoltre condizioni
"che favoriscano il libero mercato per evitare il formarsi di
monopoli".
Infine, un'ultima proposta riguarda gli impianti
di termodistruzione con generazione di energia. "Segnalo l'urgente
necessità - nota la Presidente Ferretto - di predisporre un progetto di
legge che consenta di applicare la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)
a livello generale, così da potervi sottoporre tutti gli impianti
alimentati a CDR. Tale inderogabile necessità, richiesta anche dal
decreto Ronchi, determinerebbe un assorbimento enorme del quantitativo
rifiuti prodotti in regione".
CONCLUSIONE:
"La ragione della grande attenzione da destinare a tale settore è
legata alla necessità di evitare, sotto qualsiasi forma, lo sperpero di
denaro pubblico e al bisogno di attuare una corretta politica ambientale
che eviti sia sovradimensionamenti
ma anche nuove emergenze".
Milano,
15 aprile 1998