ACQUE LOMBARDE: SITUAZIONE INTOLLERABILE
Silvia Ferretto Clementi, Consigliere regionale di AN, ha presentato oggi un'interrogazione urgente alla Giunta regionale per sapere quali azioni siano state intraprese o si intendano intraprendere per affrontare la drammatica situazione in cui versano le acque lombarde e, in modo particolare, le acque della provincia di Milano.
I dati che emergono dal Piano
Territoriale di Coordinamento della Provincia di Milano sono allarmanti:
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negli ambiti territoriali di Carugate, Bussero, Cernusco,
Cassina de' Pecchi, Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo, Arese, Rho,
Lainate, la percentuale di pozzi inquinati supera il 50%;
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su tutto il territorio provinciale risulta essere contaminato
il 50% dei pozzi;
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sempre secondo la relazione contenuta nel Piano Territoriale
di Coordinamento della Provincia di Milano risulta essere notevolmente
aumentato anche il rischio di esondazioni e di danni conseguenti per le
fasce fluviali ed i territori limitrofi;
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a rischio risultano essere le zone lungo il corso del fiume
Adda nei Comuni di Trezzo, Cassano d'Adda, Vaprio, Gera d'Adda e
Trucazzano, le zone limitrofe al corso del fiume Ticino nei Comuni di
Turbigo e Robecchetto sul Naviglio, le zone limitrofe al corso del fiume
Lambro nei Comuni di Monza, Cologno Monzese, Vimodrone, Segrate, Milano,
Peschiera Borromeo, Pantigliate, San Donato Milanese, San Giuliano
Milanese, Colturano, melegnano, Carpiano, Carate Brianza, Albiate,
Triuggio e Lesmo;
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nelle zone limitrofe al corso del fiume Olona il rischio è
molto elevato ed aggravato dall'intensa urbanizzazione e dal mancato
rispetto delle aree golenali, in modo particolare nel tratto fra Legnano e
Rho, dove si sono già verificate numerose esondazioni;
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il sistema di depurazione della provincia copre meno del 50%
del fabbisogno di trattamento dei reflui.
L'inquinamento delle acque è un
grave rischio non solo per l'ecosistema, ma anche e soprattutto per la
salute umana. A rischio sono soprattutto i bambini, gli anziani e gli
ammalati.
La Regione e la Provincia hanno il
dovere di intervenire perché la salute e la sicurezza sono diritti
primari che devono essere tutelati.