Da "Il Giornale" di Lunedì 28 agosto 2000
Il vitalizio garantito anche per i giustizieri delle foibe
di Fausto Biloslavo
Ogni anno l'Inps paga 200 miliardi agli assistiti che abitano nell'ex Jugoslavia. Criminali di guerra compresi. Sono stati artefici di deportazioni, rastrellamenti e stragi. Tutti con diritto alla minima. Grazie a loro migliaia di italiani sono stati trucidati o costretti all'esodo
L'Inps eroga 29.149 pensioni nell'ex Jugoslavia spendendo circa 200 miliardi l'anno. Fra questi vecchietti che hanno diritto alla «minima» si annidano alcuni responsabili della pulizia etnica perpetrata dai partigiani del maresciallo Tito contro gli italiani alla fine della seconda guerra mondiale. Crimini di guerra che hanno fatto sparire per sempre, nelle cavità carsiche chiamate foibe, migliaia di persone e provocato un esodo di 35OmiIa istriani, fiumani e dalmati. Una tragedia che ha segnato la storia del nostro Paese. Fino a oggi abbiamo sborsato oltre 5mila miliardi e non sono servite denunce, interrogazioni parlamentari e inchieste della magistratura a bloccare questa vergogna. Il Giornale pubblica i nomi di alcuni degli infoibatori che risultano essere pensionati dell'Inps.
Il torturatore di Tito, Nerigo Gobbo, 79 anni, residente in Slovenia, nel maggio-giugno 1945 è stato responsabile di Villa Segrè a Trieste, luogo di tortura delle milizie titine. Diverse le testimonianze a suo carico: una denuncia alle autorità alleate, riportata negli atti del Comitato di Liberazione nazionale dell'Istria, una sentenza della Corte di assise di Trieste della condanna in contumacia a 26 anni di reclusione. I testimoni hanno raccontato così le atrocità da lui commesse: «Dopo qualche giorno tutta la squadra si trasferiva a Villa Segrè assumendo il nome di squadra volante (...) e passava alle dirette dipendenze del commissario del popolo "Gino" di nome Nerigo Gobbo. (...) Come risultò dalle deposizioni dei testi tutti i detenuti venivano bastonati e seviziati, taluni costretti a bastonarsi a vicenda e persino a mettere la testa nel secchio delle feci, scrivevano i giudici che subito dopo la guerra condannarono Gobbo in contumacia a 26 anni di reclusione. Gobbo gode della pensione Inps VOS 50306726: il comandante «Gino» ha diritto a incassare dalla sede Inps di Trieste 532.500 lire di pensione per tredici mensilità. La sua domanda presentata nell'80 è stata accolta sette anni più tardi e l'Inps gli ha versato circa trenta milioni di arretrati.
Il comandante del lager, Ottantatreenne, forse deceduto, ultimo domicilio conosciuto in Croazia: è Ciro Raner, comandante nel 1945-46 del lager di Borovnica vicino a Lubiana. Secondo il racconto di un sopravvissuto, le deposizioni scritte degli ex deportati e un documento del ministero degli Affari esteri, Raner è stato uno degli infoibatori più truci: «Eravamo in fila con una scodellina per avere un mestolo di acqua sporca e patate (...) quello davanti a me cercò per fame di raschiare il fondo della pentola. Subito la guardia partigiana lo colpì con una fucilata trapassandogli il torace. Arrivò il Raner, che dopo aver preso la mira diede il colpo di grazia al ferito sparandogli alla nuca», racconta Giovanni Predonzani sopravvissuto a Borovnica e ancora in vita a Trieste. Gode (il Raner)della pensione Inps VOS 50557306: dopo aver ottenuto cinquanta milioni di lire di arretrati, ha diritto dal 1987 a una pensione a carico della sede Inps di Trieste che ammonta a 569.750 lire per tredici mensilità.
Boro, lo sterminatore, abita in Slovenia, Franc Pregelj, 81 anni: commissario politico del IX Corpus del maresciallo Tito a Gorizia, è stato indicato come boia dai familiari delle vittime e da un documento del Pci. Dal primo maggio al 9 giugno 1945, il comandante « Boro», alias Franc Pregelj, era il commissario politico del IX Corpus dell'esercito
partigiano iugoslavo che aveva occupato Gorizia. Dei 900 italiani deportati dal capoluogo isontino 665 non fecero ritorno a casa. Fra gli scomparsi anche Licurgo Olivi e Augusto Sverzutti, tutti e due esponenti del Comitato di liberazione. Riceve la pensione VOS 50587846: ha diritto a 569.650 lire di pensione dalla sede Inps di Gorizia, dopo aver incassato 45 milioni circa di arretrati.
Il feroce capobanda, Giuseppe Osgnac, detto «Josko», 79 anni, residente in Slovenia, era comandante militare della sanguinaria banda partigiana «Beneska Ceta». Deposizioni al processo contro la «Beneska Ceta» e testimonianze varie racontano che «Josko» era un ex sergente dell'esercito italiano. « Nel gennaio 1945 vennero nella mia casa due partigiani slavi (della banda Beneska Ceta", ndr) a chiedere di Giuseppe il mio ragazzo per arruolarlo (...) mio figlio (...) spiccò la rincorsa e via a gambe levate verso la campagna. Ma non fece che pochi metri. Gli altri imbracciarono il mitra e si misero a sparare. Mio figlio ruzzolò per terra e non si mosse più...», raccontava nel febbraio del 1959 Antonio Floreancig, durante un'udienza del processo a Osgnac e compagni. Ha diritto alla pensione Inps VOS 50542566: il comandante «Josko» ha diritto di ricevere dall'Inps di Gorizia 569.750 lire per tredici mensiità. Gli arretrati ammontavano a circa 30 milioni.
Il rastrellatore di italiani, deportatore del IX Corpus iugoslavo, 74 anni, residente in Slovenia, Giorgio Sfiligoj è stato accusato da un esposto alla Procura di Gorizia del commissariato di pubblica sicurezza di Cormons. «Sergio» era il nome di battaglia di Sfihigoj, che dal 1944 al 1945 fu utilizzato come «rastrellatore» di italiani dal IX Corpus del maresciallo Tito. La sua pensione Inps è la VOS 50570386: Sfiligoj ha diritto di ricevere dalla sede Inps cli Gorizia 571.850 lire di pensione per tredici mensilità, dopo aver incassato una ventina di milioni di arretrati.
«Giacca» esplosiva, deceduto nel 1999, Mario Toffanin, che abitava in Slovenia, era comandante militare dei «Gap» (Gruppi armati partigiani) nell'alto Friuli e nella provincia di Gorizia. La sua storia è negli archivi del IX Corpus di Tito: Toffanin, nome di battaglia «Giacca », è il responsabile della strage della malga Porzus sui monti friulani. Fra 18 e il 13 febbraio del 1945 massacrò con i suoi uomini, tutti partigiani garibaldini «rossi», 22 combattenti della Resistenza della brigata «Osoppo», che si opponeva all'annessione alla Jugoslavia della Venezia Giulia. Nel 1957 Toffanin fu condannato all'ergastolo per l'eccidio di Porzus, ma si nascose prima in Jugoslavia e poi in Cecoslovacchia. Nel 1978 venne graziato dal presidente Pertini. La pensione Inps era la VOS 04908917: nonostante le sanguinose azioni anti-italiane, ha ricevuto 672.270 lire di pensione dall'Inps fino alla morte.