MEDICINA: CANNABIS ATTIVA IN OSSA, NON SOLO
IN CERVELLO/ANSA
CONSUMO ECCESSIVO PUO' AUMENTARE RISCHIO OSTEOPOROSI
(ANSA) - ROMA, 24 MAG - La
cannabis non agisce soltanto sul cervello ma anche sulle ossa, rendendole
piu' fragili. La scoperta, avvenuta in Gran Bretagna e pubblicata sulla
rivista Nature Medicine, promette di aprire la via ad un nuovo approccio
nella cura dell'osteoporosi, una malattia che nei Paesi europei provoca una
frattura ogni 30 secondi, con un costo annuale stimato in 25 miliardi di
euro, e che in Italia colpisce 5 milioni di persone, 4 dei quali sono
donne.
La ricerca, condotta sui topi presso l'universita' di Aberdeen, ha
dimostrato che sulla superficie delle cellule delle ossa si trovano
recettori in grado di legarsi sia alla cannabis che alle sostanze
naturalmente prodotte dall'organismo e dalla struttura simile a quella della
cannabis (endocannabinoidi).
Tuttavia, quando a legarsi ai recettori sono queste sostanze, gli effetti
sulle ossa sono decisamente negativi. Si osserva infatti un progressivo
indebolimento e un'aumento di fragilita' che possono aprire la via
all'osteoporosi.
Dallo studio, coordinato da Stuart Ralston, e' emerso poi che le cose
cambiano decisamente quando ai recettori per i cannabinoidi si legano
farmaci: questi impediscono ai cannabinoidi di occupare il recettore e in
questo modo riescono a prevenire l'indebolimento delle ossa. ''La scoperta
che i composti che bloccano l'azione dei cannabinoidi sono molto efficaci
nel prevenire l'indebolimento delle ossa e' particolarmente
interessante perche' dimostra che questi farmaci possono aprire la via ad un
nuovo approccio nella cura dell'osteoporosi'', ha osservato Ralston.
''Non abbiamo studiato i consumatori di cannabis - ha aggiunto il
ricercatore - ma la nostra ricerca suggerisce che l'uso eccessivo di questa
sostanza puo' stimolare eccessivamente i
recettori che si trovano sulle cellule delle ossa, con conseguenza
negative''.
Adesso il principale obiettivo dello studio e' capire in che modo i
cannabinoidi naturalmente presenti nell'organismo si legano ai recettori per
regolare la densita' ossea. Sulla base delle conoscenze attuali, i
cannabinoidi endogeni sembrano stimolare l'assorbimento delle ossa ed e'
probabile che anche quelli che derivano dalla cannabis si comportino nello
stesso modo.
Gli esperimenti condotti sui topi hanno dimostrato che bloccando i recettori
dei cannabinoidi si blocca la perdita di densita' ossea. Al contrario,
stimolarli con dei farmaci che imitano l'effetto della cannabis ha
conseguenza negative.
Secondo Ralston si tratta di ''una scoperta importante, che dimostra come i
recettori ai quali si legano i cannabinoidi non sono importanti soltanto nel
sistema nervoso centrale, ma anche nel controllo del metabolismo osseo''.(ANSA).