AMBIENTE:TRAFFICO RIFIUTI SPECIALI, SEQUESTRI E ARRESTI

SMALTITE IRREGOLARMENTE DECINE DI MIGLIAIA DI TONNELLATE


   (ANSA) - ALESSANDRIA, 14 LUG - Ammontano a decine di migliaia di tonnellate i rifiuti speciali che sono stati smaltiti irregolarmente dopo averne modificato il codice o miscelandoli tra loro per renderli non identificabili
. E' quanto hanno accertato i carabinieri per la Tutela dell'ambiente che hanno  scoperto, in nove mesi di indagine, un vasto traffico in tutto il Nord Italia.

   Sedici le ordinanze (un'altra deve essere ancora eseguita) di custodia in carcere o agli arresti domiciliari scattate tra ieri sera e questa mattina: sequestrati dieci impianti di stoccaggio, smaltimento e recupero di rifiuti situati in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria ed Emilia Romagna oltre a 35 autoarticolati. Il valore e' di 30 milioni di euro.
   Le persone denunciate sono complessivamente 35 per traffico illecito, falso, gestione illecita e realizzazione di discarica abusiva. L'indagine e' stata denominata Pinocchio da GVP (il gatto, la volpe e Pinocchio) la societa' che stavano costituendo i tre principali indagati: Andrea Bruno, 38 anni, di Mondovi'; Alessandro Raul Queiroli, di 30, Pavia e Orlando Mazzola, 41, di Gozzano (Novara).

   I rifiuti speciali, pericolosi, erano costituiti da terre inquinate da idrocarburi prelevate da siti di bonifica, residui della triturazione di parti plastiche delle auto, fanghi di perforazione contenenti sostanze pericolose, traversine ferroviarie contaminate, materiali vari frammisti a lattice e ammoniaca. Gli impianti sequestrati sono a Bosco Marengo (Alessandria), Boca (Novara), Casorate Primo (Pavia), Milano, Brivio (Lecco) e Casteggio; due discariche (Casalcermelli), nell'Alessandrino e Chivasso) oltre a societa' di intermediazione a Pavia, Bra e Borgomanero.

   L'inchiesta, coordinata dal procuratore di Alessandria Michele Di Lecce e dai sostituti Enrica Bertolotto e Stefano Puppo, e' partita dai sospetti sul prezzo, troppo inferiore a quelli di mercato, con il quale una societa' di intermediazione cuneese si era aggiudicata la gara per lo smaltimento di terre contaminate da idrocarburi indetta dall'Aem di Torino.

   Il gruppo operava in due modi: modificando la classificazione dei rifiuti, che non avevano subito alcun trattamento o miscelandoli fra loro, in modo da renderli non identificabili e destinandoli a imprese autorizzate alla produzione di compost per l'agricoltura, in cave autorizzate per l'attivita' di ripristino ambientale o in discariche per rifiuti urbani. I guadagni erano ingenti, basti pensare che smaltire un chilo di rifiuti speciali pericolosi costa 1.280 delle vecchie lire, in questo modo la spesa era di poco superiore a cento lire.(ANSA).