AREE CONTAMINATE  
   INDUSTRIE AD ALTO RISCHIO
   

  ALLARMISMO O EMERGENZA AMBIENTALE?

 

Stando al materiale raccolto, non vi è alcun dubbio che in Lombardia l’emergenza ambientale non è da sottovalutare.

 

Ogni anno vengono prodotti un milione di tonnellate di rifiuti tossico-nocivi. Sono 95 i siti che presentano un elevato rischio ambientale  e sanitario (categoria A).

 

In 23 casi su 94 è stata accertata la contaminazione del suolo, in 20 casi la contaminazione delle acque sotterranee, e in 4 casi la contaminazione delle acque superficiali.

 

Questi dati sono relativi al 1991 e sono tratti da uno studio di Lombardia Risorse.

 

Esiste un altro elenco più recente (1994) sempre di Lombardia Risorse, ma non è chiara la classificazione e il rischio e non è stato espresso nessun giudizio nelle schede.

 

L’elenco comprende anche 72 siti di tipo B con caratteristiche simili al tipo A i quali necessitano però di ulteriori indagini per poter valutare il rischio esistente.

 

Nella classe C rientrano i siti (531) in corso di soluzione e sotto il controllo degli Enti preposti (Province, USSL), è ovvio che anche in questo caso sia necessario un controllo continuo per verificare l’effettiva ultimazione degli interventi di bonifica.

 

Nella classe D rientrano quei siti (18) nei quali è stato impossibile effettuare il sopralluogo a causa del rifiuto della proprietà, o del Comune di fornire notizie (a Montichiari – (BS) i tecnici sono stati cacciati).

 

Nella classe R rientrano i siti (47) che sono stati riutilizzati; non è ben chiaro se le bonifiche siano state fatte e ultimate. In questi luoghi sono sorti uffici, edifici residenziali, supermercati e officine.

 

Nelle classe R rientra anche VIA WATTEAU 7: - area occupata dal Centro Sociale Leoncavallo – anche in questo caso non è ben chiaro se l’area sia stata bonificata.

 

 Infine vi sono 16 siti con categoria non assegnata.

 

E’ ovvio che questo quadro riguarda le aree contaminate che sono state censite, e il quadro non è né completo né aggiornato, basta pensare che la gravissima situazione dell’ex ACNA di Cesano Maderno non è inserita in nessuna di queste tabelle.

 

Il quadro ovviamente non è completo perché mancano i numerosi casi che non sono stati ancora scoperti.

 

Quanti sono i fusti di materiale tossico-nocivo interrati? Quanti depositi sono sfuggiti al controllo? Quante tonnellate sono state riversate in rogge, nei fiumi, nei terreni?

 

Quali sono le cause dell’emergenza ambientale in Lombardia e nel resto d’Italia?

 

Ovviamente, fra le cause primarie vi è l’irresponsabilità della classe politica, che ha pensato esclusivamente al tornaconto personale , all’arricchimento del proprio portafoglio o del proprio partito, piuttosto che all’interesse generale della collettività.

 

E’ il risultato ottenuto da quei “GOVERNANTI” che hanno considerato l’ambiente e le risorse naturali come un Eldorado da depredare e non come un patrimonio appartenente agli uomini di oggi ma anche a quelli di domani.

E’ questa una lunga storia di interessi, di affari e di sponsorizzazioni politiche.

 

Per la Petrol Dragon di Andrea Rossi il Parlamento ha persino fatto una legge nel 1982. Non è un caso che molte delle vicende di Tangentopoli sono legate allo smaltimento dei rifiuti.

 

Non è un caso che le amministrazioni sciolte per infiltrazione mafiosa, lo siano state proprio per vicende riguardanti i rifiuti e non è neppure un caso che il Parlamento abbia istituito una Commissione di inchiesta sui rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.

 

Sono migliaia i miliardi che la mafia e la camorra guadagnano da queste attività.

 

Negli anni scorsi abbiamo assistito anche al traffico internazionale di rifiuti tossico-nocivi.

 

Il nostro contributo allo svolgimento del terzo mondo non è stato quello di fornirgli i mezzi e le tecnologie per iniziare a produrre ed esportare prodotti finiti, ma la contrario, quello di regalargli tonnellate di rifiuti e di materiale tossico-nocivo.

 

QUALI SOLUZIONI

 

In primo luogo si deve intervenire sulla legislazione, sono necessarie leggi chiare e severe che scoraggino tutti coloro che vogliono arricchirsi a danno dell’ambiente e della salute dei cittadini.

 

Il diritto internazionale considera come crimine (violazione grave) un illecito compiuto ai danni dell’ambiente.

 

E’ necessario quindi applicare il principio, ormai riconosciuto a livello internazionale, del CHI INQUINA PAGA.

 

Sono necessarie leggi che prevedano non solo il sequestro, ma anche la CONFISCA delle aree contaminate, o delle industrie che hanno causato un notevole danno all’ambiente e non provvedano al risarcimento.

 

Al riguardo è utile ricordare che molte aziende hanno sempre evocato lo “spettro ” occupazionale per poter continuare impunemente  la propria attività. Questo ricatto deve finire, il ripristino ambientale può controbilanciare l’occupazione e pianificare gli interventi con la realizzazione del piano regionale di bonifica aggiornata.

 

La pianificazione è anche il miglior strumento di trasparenza.

 

E’ necessario ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti prodotta, mediante l’utilizzazione di tecnologie pulite e incentivi per la riconversione.

 

 L’istituzione dell’ARPA (Agenzia Regionale per l’Ambiente) e la valutazione di impatto ambientale obbligatoria, oltre che una maggiore attenzione nel rilascio delle autorizzazioni sono altri passi che la Regione può compiere.

 

Ai comuni va dato un aiuto tecnico, legale, finanziario.

 

Non possono essere lasciati soli ad affrontare emergenze che debbono essere affrontate con esperienza e competenza.

 

Sono questi alcuni dei passi che debbono essere compiuti per far si che l’emergenza non si trasformi in un affare per pochi e in una tragedia per molti.

 

LE SOLUZIONI ESISTONO, OCCORRE TROVARE LA VOLONTA’ E LA FORZA DI ADOTTARLE.

 

 

Silvia Ferretto Clementi
Presidente VI Commissione 
"Ambiente, Energia, Protezione Civile"

 

Milano, febbraio 1997