3.2 Seconda fase: applicazione della metodologia e individuazione delle priorità di intervento

3.2.1 Il modello “radar ambientale” 

Il modello RADAR AMBIENTALE è uno strumento operativo, di agevole applicazione, che si basa sulla valutazione di sei parametri, attribuendo a ciascuno di essi un punteggio legato al rischio che si verifichi un determinato evento. Come in tutti i modelli, il rischio è determinato dal prodotto di una probabilità per una magnitudo. La quantificazione del rischio viene realizzata con l’aiuto di matrici a doppia entrata in cui si compongono la magnitudo dell’evento inquinante con la probabilità ad esso associata.  

I parametri utilizzati per la valutazione del punteggio complessivo sono i seguenti:

×            la presenza antropica (P)

×            le acque superficiali (S)

×            la falda (F)

×            i terreni (T)

×            l’aria (A)

×            le condizioni delle strutture di contenimento (C)  

Per ognuno dei parametri sono state definite cinque classi di eventi di magnitudo crescente, generate direttamente dalle sostanze pericolose abbandonate nella zona oggetto di indagine. La scelta di fornire cinque opzioni possibili, è stata fatta perché  si è ritenuto che le classi in numero di cinque possano offrire l’opportunità di meglio garantire una valutazione oggettiva.

Presenza antropica

La presenza antropica è costituita dalla popolazione circostante e dalla popolazione residente. L'estensione dell'area da considerare deve essere commisurata alle caratteristiche di sospetta pericolosità dei rifiuti abbandonati e alle dimensioni della zona oggetto di indagine, di cui vengono tenute in considerazione anche le caratteristiche geografiche, meteoclimatiche e la densità abitativa della zona.

Viene posta dal modello una attenzione anche alle condizioni di accessibilità della zona oggetto di indagine, ovvero le condizioni delle eventuali recinzioni e degli altri presidi finalizzati al suo isolamento: l'accesso incontrollato da parte della popolazione circostante o di animali può costituire un veicolo per la diffusione delle sostanze pericolose.

Come popolazione residente si intendono tutti coloro che si trovano ad abitare o a lavorare stabilmente in edifici che siano stati costruiti sulla zona oggetto di indagine, oltre a tutti coloro che si trovino, per un periodo prolungato a fruirne, se destinata ad es. al tempo libero.

Per popolazione circostante si intendono invece tutti coloro che abitano o lavorano stabilmente nell'area circostante la zona oggetto di indagine, tutti coloro che si trovano a transitare nelle immediate vicinanze della zona oggetto di indagine, qualora sia presente una arteria di grande scorrimento (sia viaria che ferroviaria) e tutti coloro che fruiscono dell'area circostante. 

Acque superficiali 

Le acque superficiali sono tutte quelle che lambiscono, attraversano ed entrano in contatto, direttamente o indirettamente (a seguito di  ruscellamento superficiale), con la zona oggetto di indagine.  

Viene posta particolare attenzione ai casi di sversamento dei materiali ivi presenti sia a causa di fuoriuscite di materiali conservati in contenitori in stato di degrado sia a causa del dilavamento degli agenti meteorici, qualora l'impermeabilizzazione dell'area ne convogliasse lo scarico verso acque superficiali limitrofe. In ogni caso, le acque esaminate nel modello non sono acque destinate ad uso potabile. 

Acque sotterranee

La falda superficiale sottoposta a valutazione è definita sulla base delle caratteristiche idrogeologiche dei terreni interposti tra il piano di deposito dei materiali pericolosi e la falda,  nonché in relazione alla natura ed alle caratteristiche dell'acquifero che la contiene, freatica o artesiana. 

Durante i sopralluoghi è stata verificata l'esistenza o meno di condizioni  che possono favorire la percolazione o la diffusione delle sostanze inquinanti lungo direttrici specifiche (prevalente flusso della falda); in particolare la determinazione del livello di vulnerabilità della falda. 

Per i siti oggetto di indagine, sono state evidenziate le falde immediatamente sottostanti o a diretto contatto (costante o stagionale) con la massa di materiale inquinato ed è stato  valutato se la falda superficiale di interesse è in grado di alimentare la falda oggetto di estrazione per il consumo umano. 

L’attribuzione del valore è calcolata in base alla pericolosità circa la mobilità dei rifiuti e delle sostanze contaminanti ed al livello di protezione delle falde. 

Terreni 

            I contaminanti comunemente considerati sono:  melme acide, residui catramosi, metalli pesanti, pesticidi e idrocarburi (resta naturalmente sottintesa anche la valutazione del rischio ad essi connesso, che deve essere stabilito in rapporto alle caratteristiche litologiche e pedologiche della zona oggetto di indagine). 

Aria 

La persistenza e l'intensità degli odori molesti costituisce un fattore che, sebbene non necessariamente nocivo per la salute o per l'ambiente, rappresenta spesso una delle cause scatenanti il malcontento popolare.  

Il problema degli odori è valutato sia in rapporto alla popolazione residente che a quella di passaggio, ove la zona oggetto di indagine si trovi in prossimità di vie di comunicazioni, tenendo in particolare considerazione la eventuale presenza di venti dominanti che posso allontanare anche in modo non trascurabile le esalazioni dal punto in cui si sono generate.  

Al fine dell’applicazione della metodologia sono state considerate tutte le barriere geografiche o architettoniche che possono contribuire a limitare l'area interessata dalle esalazioni in oggetto. 

Inoltre è stata posta particolare attenzione alle volatilità, nocività e persistenza delle sostanze potenzialmente pericolose.  

Condizioni strutturali e/o di contenimento 

E’ stato valutato lo stato di conservazione di tutte le strutture fisse o mobili, interrate o superficiali , di qualunque dimensione che con il loro cedimento possano direttamente o indirettamente provocare lo sversamento di sostanze potenzialmente dannose.  

Oltre alle strutture di contenimento direttamente a contatto con le sostanze, sono state valutate anche le strutture esterne di stoccaggio (capannoni, tettoie, ecc.), in considerazione del peso che possono avere sia a livello di velocità di degrado dei contenitori, sia a livello di rischi di crolli che vadano ad intaccare i contenitori provocando una dispersione. 

Una ulteriore attenzione è stata posta al pericolo legato alla commistione - a seguito del cedimento di strutture di contenimento - di sostanze reattive capaci di sprigionare vapori dannosi o di generare reazioni esotermiche e principi di incendio.