LA
VICENDA OMAR-PETROL DRAGON
Le
responsabilità
Il
Privato
Prescindendo
dal considerare come uno stesso soggetto privato, nel corso di tanti anni e
nonostante le numerose condanne che varie Procure della Repubblica hanno
inflitto nei suoi confronti, abbia potuto persistere in un'attività tanto
dannosa e sempre più pericolosa, una considerazione d'obbligo si pone sulla
responsabilità di coloro i quali hanno conferito a tale privato i propri
rifiuti.
A
tale proposito, pur ritenendo importante un preliminare accertamento sulla
veridicità dell'elenco riportato nella Brochure di cui al punto 1) della
cronologia (20 tra le principali Società e Gruppi Nazionali ed Esteri), si
auspicano eventuali possibili azioni Giudiziarie tese ad accertare le
modalità i costi ed i criteri con cui tali Società, cosiddette "fornitrici di materia prima per il Sig. Rossi"
hanno conferito i rifiuti prodotti al Rossi Medesimo; azioni eventualmente
tese ad evitare che i costi dello smaltimento e della bonifica ricadano ora
ingiustamente sulla collettività.
Il
Comune
- 30
gennaio 1990 - non si oppone alla disposizione Regionale che prescrive il
trasferimento dei "materiali" di Petrol Dragon, nonostante al momento della delibera la Omar non
fosse nemmeno autorizzata a riceverli, né a trattarli, quei cosiddetti
materiali.
- 10
maggio 1990 - esprime parere favorevole all'istanza presentata dalla Omar,
senza alcuna verifica preliminare per la sicurezza e pur sapendo che sono in
corso controversie amministrative e giudiziarie su quei materiali.
- 28
maggio 1990 - non emette l'ordinanza di chiusura della Omar richiesta dalla
Ussl che, va segnalato, al momento era l'organismo preposto dal nostro
ordinamento di Stato, al controllo ed alla tutela della salute della
popolazione.
- 07
luglio 1990 - tranquillizza i cittadini affermando che alla Omar si svolgono
tradizionali attività di raffineria pur sapendo che la Ussl e la Provincia
hano definito quei materiali rifiuti tossico-nocivi.
- 21
maggio 1991 - trasmette ai Consiglieri di minoranza documenti della Regione
che verbalizzano delle controversie sulla natura dei liquidi ma, al
contempo, afferma e comunque non smentisce le rassicurazioni della Omar che
addirittura dichiarano di aver rilasciato fidejussione a garanzia
finanziaria.
- 29
settembre 1994 - non si preoccupa di chiedere provvedimenti cautelativi
finalizzati a garanzia finanziaria da parte della Omar.
- 08
marzo 1995 - non chiede, dopo la bocciatura del secondo piano di smaltimento
presentato dalla Omar, palesemente e nuovamente superficiale, interventi
sostitutivi dello Stato, in considerazione della pericolosità del sito.
- 08
marzo 1995 - non aderisce alle mobilitazioni in corso a Dresano e infatti
non ottiene, come invece Dresano, l'opportuni inserimento nel piano
regionale di bonifica, determinato dal diretto interessamento della
Presidenza della Repubblica.
- 18
ottobre 1995 - permette o favorisce i pericolosi lavori di demolizione
avvenuti nell'area tra il Settembre e l'Ottobre 1995 determinando di fatto
un'aggravamento del pericolo piuttosto che la messa in sicurezza dell'area,
contravvenendo così gravemente all'incarico conferitogli dalla Presidenza
del Consiglio dei Ministri.
- 05
ottobre 1995 - istituisce una Commissione Tecnica per analizzare, sondare e
progettare lo stato dell'area ed interventi, prima ancora di aver approntato
le più elementari misure di sicurezza (impianto antincendio, antiscarica,
ecc) per cui era stato prioritariamente incaricato.
Appare
grave il fatto che pressochè nessuno, tra i cittadini residenti nella zona,
sia stato opportunamente informato di quanto succedeva in quell'area,
nonostante per cinque anni circa tutti gli Amministratori ed i politici (di
governo e di opposizione) fossero consapevoli della situazione ed
altrettanto ben attenti pare siano stati a non divulgare i fatti.
L'informazione
è stata data soltanto nel momento in cui il maggior danno possibile era
omai determinato, in prossimità di una campagna elettorale, e con modalità
che sfiorano il procurato allarme (si pensi alle numerose interviste che il
Sindaco di Lacchiarella - Assessore della precedente Amministrazione
Comunale del '90-'95 - ha rilasciato nel '95-'96 circa l'imminente pericolo
di scoppio dei silos, terrorizzando di fatto la popolazione impotente) nonché
con finalità su cui si auspicano accertamenti poiché da più parti, tra la
popolazione, si è insinuato il sospetto che un'informazione tanto
allarmistica fosse finalizzata a "convincere" i cittadini
dell'opportunità di insediare in area forni inceneritori, che lo stesso
Rossi ed altri soggetti privati si dimostravano interessati a realizzare.
La
Regione
- 30
gennaio 1990 - emette una delibera in cui si dispone che i "materiali
di Caponago ed in genere del Rossi, devono essere trasferiti a Lacchiarella,
nonostante la Omar non sia neanche autorizzata a riceverli, quei materiali;
sulla legittimità di tale delibera si auspicano accertamenti.
- 06
giugno 1990 - di fronte alle contestazioni di Provincia e Ussl
"ribadisce la necessità" che i materiali di Caponago siano
trasferiti a Lacchiarella, senza motivare le ragioni di tale "necessità".
- 22
marzo 1991 - non informa il Comune di una istanza che la Omar presenta per
l'autorizzazione a trasferire in Lacchiarella l'attività precedentemente
svolta in Caponago dalla Petrol Dragon (ne darà notizia al Sindaco solo il
2.2.94).
- 03
gennaio 1993 - non revoca o almeno sospende l'autorizzazione alla Omar per
il ricevimento in area dei rifiuti Petrol Dragon, nonostante le ripetute
(deboli) richieste che il Comune avanza in tal senso per tutto il 1993.
- 25
ottobre 1994 - nonostante l'Assessorato all'Ambiente sia governato da noti
ed esperti ambientalisti, si boccia per ben due volte i progetti di
smaltimento della Omar senza porre in essere alcun provvedimento di cautela,
sotto l'aspetto finanziario, e si lasciano passare mesi e mesi in attesa di
progetti e di valutazioni, dando così modo al Rossi di vendere e/o porre in
fallimento tutte le aziende e proprietà.
- 11
aprile 1995 - nonostante un intervento della Presidenza della Repubblica
determini l'inserimento nel Piano regionale per le bonifiche, del sito di
Dresano (evidentemente collegato alla Omar in quanto di proprietà del
medesimo Rossi), ancora si omette di inserirvi Lacchiarella.
- 03
ottobre 1995 - si paventa al Sindaco di Lacchiarella, commissario delegato
di Governo per l'emergenza, la possibilità di non contribuire alle spese
necessarie, condizionandolo di fatto ad operare scelte derivanti
dall'intendimento dell'Assessorato Regionale all'Ambiente, palesemente teso
all'insediamento in area di impianti di smaltimento (vedasi verbale di
audizione alla Regione Lombardia da parte della Commissione Parlamentare
d'Inchiesta, del 14.2.96, a cui peraltro l'Assessore Regionale all'Ambiente
non si è presentato) che potrebbero essere non conformi alla zona,
climatologicamente depressa.
Considerato il ruolo svolto dalla Regione nei confronti di questa grave vicenda e considerato altresì lo stato di disorientamento che nella popolazione della zona tale ruolo ha determinato, ora che i vari fatti sono emersi ed i Cittadini di quell'area ne sono venuti a conoscenza, si ritiene opportuno che la Regione adotti provvedimenti al proprio interno, tesi ad accertare quali siano state le logiche operative prevalse nel precedente governo regionale; si ritiene altresì opportuno che l'attuale Governo si astenga da qualsiasi pressione finalizzata all'insediamento impiantistico in zona, se non dettato da effettive e razionali opportunità di sicurezza, per ripristinare un minimo di fiducia e/o credibilità politico-istituzionale, senza la quale, va segnalato, tentativi di insediamento impiantistico, in qualsiasi area del territorio, produrranno solo conflitti e disordine sociale.
La
Provincia e la Ussl
Prescindendo
da alcuni Amministratori diligenti che hanno svolto un ruolo nella vicenda,
quasi a costituire in questa storia la famosa "eccezione che conferma
la regola", anche questi organismi di decentramento e di controllo non
tralasciano di insegnarci qualcosa in fatto di "malcostume
amministrativo".
Si
pensi soltanto al 1995, quando la Provincia impiega 5 (cinque) mesi per
esprimere un parere sul piano di smaltimento presentato dalla Omar, piano
palesemente superficiale presentato dal Rossi forse con il solo scopo di
"prendersi il tempo necessario per mettere in liquidazione tutte le sue
società e proprietà", con l'intento di eludere il concorso
finanziario che, ormai era certo, gli sarebbe stato richiesto.
Ma
si pensi, anche, a quel funzionario della Ussl che richiede al Comune
un'ordinanza sospensiva delle attività Omar, denunciando già il 28 Maggio
del 1990 la pericolosità della situazione, il quale viene sottoposto a
provvedimenti disciplinari, denunciato, minacciato e sostituito da altri
funzionari, i quali vanno alla Omar per effettuare controlli, che svolgono sì,
ma limitandosi a trascrivere i dati che il Rossi stesso si degna di fornire.
Lo
Stato
Considerazioni
a parte sono d'obbligo sul ruolo che hanno svolto i vari Ministeri preposti
ad autorizzare, controllare, coordinare.
Non
appare improprio riflettere sul fatto che il Ministero dell'Industria
(allora Ministro Battaglia) rilasci autorizzazioni condizionate all'esito di
un collaudo interministeriale e, però, impieghi un anno prima di nominare
la Commissione di collaudo prevista dall'autorizzazione ministeriale stessa.
Altrettanto
opportuno pare, riflettere sulle modalità di rilascio autorizzativo che il
Ministero della Sanità (allora Ministro De Lorenzo), delle Finanze (allora
Ministro Formica) e soprattutto all'Ambiente (allora Ministro Ruffolo),
hanno a suo tempo osservato nelle varie autorizzazioni rilasciate allo
stesso Rossi.
Una
considerazione forse di minor rilievo, in considerazione dei limitati poteri
d'intervento, può essere fatta nel merito dell'operato della Commissione
Parlamentare d'Inchiesta sui rifiuti, allorchè ha visitato l'area il 18
Ottobre 1995, constatando la gravità della situazione (e dei lavori di
demolizione con fiamme libere che si stavano svolgendo in quell'area,
accanto a silos che potevano esplodere da un momento all'altro); pur
premurandosi, alcuni esponenti della Commissione stessa, di convocare
Cittadini e politici della propria area per sottolineare la gravità del
fatto, nessun provvedimento disciplinare o cautelativo è stato in quel caso
formalmente assunto dalla Commissione, nei confronti di chi era stato
incaricato prioritariamente della sicurezza del luogo ed agiva, invece,
aggravando di fatto la situazione.
Si
valuti infine la gravità di una situazione in cui è stata a suo tempo
proposta ed approvata perfino una Legge dello Stato (legge Colucci) fatta ad
hoc per il Sig. Rossi il quale aveva esigenza di riprendere l'attività,
dopo una sospensione disposta dalla Magistratura.
La
Magistratura
Prescindendo
dalle valutazioni su una Legislazione che in materia si dimostra gravemente
carente, gli organi inquirenti hanno spesso dovuto e potuto agire su questa
vicenda, solo in modo frammentario ed occasionale. Non appare improprio,
invece, suggerire provvedimenti maggiormente coordinati sui molteplici
aspetti che la vicenda stessa mostra.
Accertamenti
si auspicano infine sulle modalità e sui criteri in base a cui, più volte,
il Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia, il Consiglio di Stato
e Suprema Corte di Cassazione, hanno respinto i provvedimenti avversi al
Sig. Rossi.
Si
consideri a tale proposito che per ben due volte è stata respinta una
ordinanza sindacale per la chiusura della Omar, allorchè la quantità di
rifiuti stoccati era di gran lunga inferiore alle 58.000 tonnellate oggi
presenti.
Conclusioni
Ogni
soggetto istituzionalmente preposto dovrà farsi carico delle proprie
competenze e responsabilità affinchè la popolazione della zona non sia più
assoggettata al pericolo che ancora oggi incombe, affinchè i costi dello
smaltimento-rifiuti e della bonifica dell'area non ricadano ingiustamente
sulla Collettività ed affinchè si possa ripristinare un senso di rispetto
per la Legalità, cercando di recuperare una credibilità nei confronti
della popolazione che oggi, si può comprendere, è certamente, gravemente e
legittimamente carente.
I
Governi della Regione Lombardia dal 1983 al 1996
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24.03.1983 Presidente: Guzzetti (DC) Ass. Ambiente: Rivolta (DC)
17.05.1985 Presidente: Guzzetti (DC) Ass. Ambiente: Rivolta (DC)
19.12.1986 Presidente: Guzzetti (DC) Ass. Ambiente: Vertemati (PSI)
06.03.1990 Presidente: Giovenzana (DC) Ass.
Ambiente: Bonfanti (PSI)
28.03.1991 Presidente: Giovenzana (DC) Ass.
Ambiente: Bonfanti (PSI)
14.10.1992 Presidente: Giovenzana (DC) Ass.
Ambiente: Bonfanti (PSI)
07.03.1994 Presidente: Ghilardotti (PDS) Ass. Ambiente: Monguzzi (VERDI)
10.10.1994 Presidente: Arrigoni (LEGA) Ass. Ambiente: Bruni (PPI)
11.11.1995 Presidente: Arrigoni (LEGA) Ass. Ambiente: Bruni (PPI)
03.07.1995 Presidente: Formigoni (PPI) Ass. Ambiente: Nicoli (FORZA ITALIA)
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Dal
1990 al 1996, fino ad oggi, al governo del Comune di Lacchiarella è sempre
stato, senza soluzione di continuità, il PCI-PDS -
Sindaco dal 90 al 94: Sig.Bescapè - esponente PCI
Sindaco dal 95 ad oggi: Sig.
Roseti - esponente PDS (già facente parte della precedente giunta in qualità
di assessore)
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