COMUNE:
MALEO TIPO INTERVENTO: BONIFICA E RECUPERO AMBIENTALE DELLA EX DISCARICA DI RSU: MESSA IN SICUREZZA DELLA DISCARICA CON ELIMINAZIONE DEGLI INCONVENIENTI IGIENICO SANITARI E DEL PERICOLO DI INQUINAMENTO ALLA FALDA ACQUIFERA SOTTERRANEA . PREVISTO DA: INSERITO NEL PROGRAMMA DI BONIFICA A BREVE TERMINE CON DGR N. 66818 DELL'11.4.95 PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TUTELA AMBIENTALE 1994/96. costo previsto dell'intervento ammesso a finanziamento e di t. 3.500.000.000 DOCUMENTAZIONE ACQUISITA: Nota del 20.5.97 del Presidente della VI Commissione con la quale si chiedono all'Assessore regionale all'ambiente notizie in merito a: * proprietà dell'area; * esistenza di progetti sulla destinazione del sito; * esistenza di studi per lo svolgimento della bonifica; * stato di avanzamento dei lavori e soggetti cui gli stessi sono stati affidati; * stato dei procedimenti giudiziari diretti ad accertare i responsabili dell'inquinamento. AGGIORNAMENTO 2002 SITO: EX DISCARICA R.S.U. LOCALITÀ CASCINA SESSA
BREVE PRESENTAZIONE DEL SITO Al termine della gestione, nel 1986, l'area della discarica è stata riconsegnata al Comune di Maleo in un grave stato di degrado ambientale. La vecchia discarica aveva un'estensione pari a 18.000 mq e si stima un volume di rifiuti di 150.000 mc circa. La nuova discarica realizzata sulla preesistente ha un'estensione di circa 65.000 mq; i quantitativi di rifiuti messi a dimora vengono stimati in circa 425.000 t, per una volumetria pari a 528.000 mc. Il corpo discarica presenta attualmente quote altimetriche comprese tra circa 70 m slm (al centro della discarica) e 52 m slm (in corrispondenza del margine nord) e pendenze variabili, più accentuate sul versante nord/nord-ovest. Lo spessore stimato dei rifiuti deposti è superiore a 15 m, nel punto di maggiore profondità, come confermato anche da recenti indagini geofisiche (settembre 2001). Il sito è ubicato all'estremità nord del territorio comunale di Maleo, al confine con il territorio della Provincia di Cremona, e delimitato: a sud dalla strada comunale che collega Maleo a Cavacurta, lungo la quale scorre la roggia Bossa-Cazzaniga; ad ovest dal confine comunale con Cavacurta; a nord da una fascia di terreno di ampiezza variabile da 20 a 35 m, che la separa dal ramo morto del fiume Adda; a est la delimitazione è rappresentata in parte da una strada che, diramandosi dalla strada comunale, conduce alla cascina San Francesco ed in parte della scarpata morfologica che degrada verso il fiume Adda. La discarica è inserita in una zona prettamente agricola e ricade all'interno del Parco Adda Sud, il cui Piano territoriale classifica l'area zona ambienti naturali e subzona di recupero.
PRESENZA ANTROPICA L'area è recintata ma non presidiata.
ACQUE SUPERFICIALI sul lato nord, con la lanca dell'Adda Morta, antico alveo fluviale ormai scollegato dall'attuale percorso a seguito delle sue modicazioni; tale lanca risulta - dalle indagini eseguite nel '95 - essere alimentata dalla falda, che ne influenza direttamente il regime. sul lato sud/sud-est, con la roggia Bossa - Cazzaniga. L'asta fluviale del fiume Adda scorre a 1600 m circa a nord/nord-est del sito. Nel 1995 è stata condotta una campagna di analisi, finalizzata alla stesura di un progetto di messa in sicurezza dell'area, che non ha evidenziato incrementi di concentrazione dei parametri ricercati tra i punti di prelievo a monte e a valle. Solo le analisi dell'acqua prelevata presso la roggia laterale orientale - peraltro effettuate su un numero limitato di parametri - hanno denotato lievi fenomeni di degrado idrochimico riconducibile alla discarica, con concentrazioni tuttavia sempre inferiori ai limiti indicati nella tabella 3 del D.Lgs. 152/99 (si allegano i certificati di analisi).
ACQUE SOTTERRANEE Le indagini del 1995 hanno permesso di individuare una soggiacenza della falda che varia bruscamente - alla luce della morfologia superficiale - passando da circa 12-13 m dal piano campagna, in corrispondenza della parte sommitale della discarica, a pochi decimetri ovvero a falda affiorante in corrispondenza del fondo della discarica (presso l'Adda morta). Sono stati individuati localmente due livelli di falda, separati tra loro da uno strato limoso-argilloso a bassa permeabilità, posto ad una profondità compresa tra circa 22 m dal p.c. in corrispondenza del terrazzo superiore e circa 11 m dal p.c. verso l'Adda morta; tale strato determina una condizione locale di confinamento in pressione/artesianità della falda sottostante. Permangono tuttavia alcuni dubbi sulla effettiva estensione laterale del livello fine, nonché sulle garanzie di impermeabilità dello stesso. La direzione di flusso della prima falda risulta essenzialmente da sud a nord, in direzione del fiume Adda. Idrogeologicamente a valle dell'area, ma oltre il vallo naturale costituito dall'Adda Morta, sono presenti due pozzi ad uso potabile-zootecnico, distanti rispettivamente 600 m e 1.300 m; non è nota l'eventuale presenza di pozzi in territorio cremonese. Nel corso delle indagini effettuate nel '95, sono stati prelevati campioni di acqua di falda da alcuni piezometri già presenti o appositamente realizzati allo scopo. Si sono evidenziati fenomeni di contaminazione della falda, particolarmente significativi nella prima falda che presenta una soggiacenza molto bassa - se non nulla - rispetto alla quota di posa del fondo della discarica. In particolare sono state rilevate condizioni di criticità per i seguenti parametri azoto nitroso, ferro, manganese (per i quali si ha il superamento dei limiti previsti dal D.M. 471/99) e ossidabilità, magnesio, azoto ammoniacale, azoto nitrico, indice fenolico, tensioattivi anionici, residuo 180 C° (con superamenti dei valori limite indicati dal D.P.R. 236/88). Sono stati inoltre rilevati elevati livelli di TOC, indice di contaminazione organica della falda riconducibile all'ammasso di rifiuti. È stato accertato un degrado qualitativo delle acque prelevate in corrispondenza del piezometro fenestrato al di sotto del livello limoso-argilloso, con superamento dei limiti del D.M. 471/99 per le sostanze manganese e azoto nitroso.
TERRENI Sui terreni sottostanti l'ammasso di rifiuti, costituiti essenzialmente da limi e sabbie, non sono disponibili analisi.
ARIA Nel 2001 sono state effettuate ulteriori analisi su campioni di biogas, per i quali si allegano le analisi. Nel '95 è stata campionata anche la matrice aria in 3 punti adiacenti alla discarica; le risultanze hanno evidenziato la presenza di sostanze aerodisperse in concentrazioni significative, in particolare nella posizione collocata a sud della discarica, probabilmente riconducibile alla presenza in tale settore dei condotti di aspirazione del biogas che conducono alla inutilizzata torcia di combustione. Tale dato si correla con quello della direzione prevalente del vento, che risulta verso i quadranti meridionali, in direzione quindi dell'abitato di Maleo. In passato sono stati segnalati episodi di forti emissioni maleodoranti nel territorio circostante la discarica; da notizie assunte presso il Comune di Maleo, risulterebbe che nel periodo estivo, e particolarmente nelle ore serali, permangono situazioni di molestia olfattiva per la popolazione del centro abitato.
CONDIZIONI STRUTTURALI La discarica successivamente realizzata è impostata sul preesistente ammasso di rifiuti, da cui è separata mediante singolo telo in HDPE. La discarica si presenta oggi caratterizzata da morfologia e pendenze variabili, risultato anche di assestamenti non omogenei della massa di rifiuti; in particolare presso il lato nord/nord-ovest i dislivelli sono più marcati ed il profilo è sostenuto da tre strati di gabbionate in sassi utilizzate per il contenimento dei rifiuti. Sugli altri lati, le scarpate si presentano con pendenze più ridotte. Prove di stabilità delle scarpate eseguite nel '95, pur escludendo il rischio di scivolamenti di grosse porzioni dei versanti, evidenziano la necessità di interventi finalizzati ad evitare fenomeni erosivi superficiali che potrebbero con il tempo compromettere la stabilità di limitati settori di pendio. È assente una qualsiasi tipologia di impermeabilizzazione superficiale della discarica; lo strato di copertura risulta costituito da materiali inadeguati dal punto di vista strutturale, di spessore insufficiente e in più parti degradato, anche a causa dell'azione di dilavamento e di episodi di elevato ruscellamento superficiale. Il sistema di raccolta delle acque meteoriche è infatti costituito da un inadeguato sistema di canaline ad embrice di tipo prefabbricato in cls, posto lungo le linee di massima pendenza, che risultano appoggiate al terreno e non ivi incassate. All'estremità nord-est trova collocazione la vasca di accumulo del percolato a cielo aperto, avente capacità di circa 100 mc, realizzata in cls, rivestita con telo impermeabile e, in origine, dotata di scarico di troppo pieno. Di tale manufatto non si conosce la reale tenuta idrica; al sopralluogo eseguito in data 22 ottobre 2002 il telo appare lacerato in più punti. Sono inoltre evidenti segni del ruscellamento di parte delle acque piovane e di percolato provenienti dal corpo della discarica direttamente all'interno della vasca di accumulo. Allo stato attuale, viste le condizioni di dilavamento e infiltrazione delle acque meteoriche, la produzione di percolato continua ad essere rilevante, con asportazione di un quantitativo medio di 150 mc/settimana e successivo avvio a depurazione. Le ultime analisi disponibili sulla qualità del percolato, risalenti al 2001, mostrano concentrazioni elevate di COD, ammoniaca e solfuri, e valori di solventi aromatici e rame comunque superiori ai limiti previsti dal D.Lgs. 152/99. Lo scarso spessore di ricoprimento della massa dei rifiuti, al quale si aggiunge il mancato funzionamento dell'esistente - e comunque sottodimensionato - impianto di estrazione del biogas. facilita la fuoriuscita dello stesso in atmosfera. A tale impianto, tuttora inutilizzato, sono collegati 10 pozzi di estrazione, posti nella zona sommitale della discarica e tutti collegati in serie tra loro mediante tubazioni interrate, delle quali non è possibile verificare il tracciato né lo stato di conservazione. |