COMUNE:
ACQUANEGRA
SUL CHIESE
PROVINCIA: MANTOVA
TIPO INTERVENTO:
SMALTIMENTO RIFIUTI E SMANTELLAMENTO INFRASTRUTTURE DEL DEPOSITO DI OLII
MINERALI DI VIA A. MORO 70 IN FRAZIONE MOSIO
PREVISTO DA:
PROGRAMMA DI BONIFICA A MEDIO TERMINE INSERITO NEL PROGRAMMA DI INTERVENTI
DI BONIFICA A BREVE TERMINE con DGR n. 23354 del 20.12.96
FINANZIAMENTI:
229.000.000 DGR n. 23354 del 20.12.96
DOCUMENTAZIONE
ACQUISITA:
- Nota prot. n. 4825
del 30.1.97 con cui il Dirigente del Servizio Rifiuti della Giunta
regionale trasmette copia della DGR n. 23354 del 20.12.96 avente ad
oggetto: "Impegno di assistenza finanziaria ex art. 31 bis l.r. 7.6.80 n.
94 a favore del Comune di Acquanegra sul Chiese per gli interventi di
smaltimento di rifiuti e lo smantellamento delle infrastrutture del
deposito di olii minerali di via A. Moro, 70 in frazione Mosio".
- Nota prot. n. 972107
del 10.3.97 con cui il Presidente della VI Commissione chiede al Sindaco
di Acquanegra sul Chiese di informare la Magistratura circa i collegamenti
tra l'episodio di
contaminazione della frazione Mosio e di gravi episodi già verificatisi a
Dresano, Airuno, Lacchiarella, con particolare riferimento al fatto che
gli impianti che hanno determinato la contaminazione si riferiscono alla
medesima gestione (Petrol Dragon). In tale occasione si chiede altresì
documentazione nel merito della contaminazione accertata sul territorio
del comune.
- Nota del 7.4.97 del
Sindaco di Acquanegra sul Chiese, in risposta al Presidente della VI
Commissione (rif. prot. n. 972107 del 10.3.97) con la quale fornisce
chiarimenti e trasmette documentazione inerente la movimentazione dei
rifiuti della Petrol Dragon nel periodo 88/93.
Aggiornamento 20002
COMUNE DI ACQUANEGRA SUL CHIESE (MN)
SITO: DISCARICA ABUSIVA EX FLUCOSIT-VALLI DI MOSIO
BREVE PRESENTAZIONE
DEL SITO
Ubicazione
Il sito a rischio ambientale
si trova in. Comune di Acquanegra sul Chiese (MN), circa 300 m ad ovest
della frazione. Valli di Mosio e
1,2 km in direzione est dalle prime abitazioni del capoluogo.
Esistono comunque delle
abitazioni sparse a distanza più .ravvicinata (circa ‘80 m)
Le coordinate
Gauss-Boaga sono le seguenti: X = 1614725, Y = 5001800.
il F.. Oglio dista
circa 1,3 km in direzione sud mentre il F.. Chiese scorre circa 3,6 km ad
ovest. Il F.. Oglio svolge una funzione di drenaggio nei confronti della
falda a causa della sua posizione ribassata che determina una zona di
richiamo idrico.
L’area si trova subito
ai piedi del terrazzo fluviale del F..Oglio ed è circondata da campi
utilizzati a scopo agricolo. ti sito è vicino alla S.P. 67 che collega.
Marcaria ad Acquanegra sul Chiese e vi si accede da una strada comunale.
Le quote del piano di
campagna sono mediamente di 23 - 24 m s.l.m. ai piedi del terrazzo, mentre
variano da 28 a 30 m s.l.m. sul livello fondamentale della pianura.
La destinazione d’uso
dell’area in oggetto è verde agricolo.
Attività condotte sul
sito
Originariamente il
sito era una cava di torba; a partire dalla metà dagli anni 1970, la
depressione creatasi a causa della coltivazione è stata progressivamente
colmata con lo scarico abusivo di rifiuti liquidi e semisolidi provenienti
da. Un’azienda petrolchimica della zona (presumibilmente la Flucosit di
Castelnuovo di Asola). L’attività abusiva di scarico si è protratta sino
al 1983, anno in cui l’azienda petrolchimica cesso ogni
attività.
Attualmente l’area non
presenta. ulteriori depressioni colmabili e, a partire dai piano campagna,
si sviluppa una diffusa vegetazione spontanea che ricopre buona parte
della sua superficie.
Attività di indagine e
livelli di progettazione della bonifica
Sulla base delle.
risultanze analitiche risalenti alle indagini del 1984 (sui rifiuti) e del
1992 (su rifiuti, terreni e acque sotterranee), il Comune ha deciso di
affidare un incarico professionale per predisporre uno studio di
Fattibilità assimilabile a Progetto Preliminare”, rimandando ulteriori
indagini di approfondimento dopo l’eventuale finanziamento regionale.
Tale studio è stato
presentato nel febbraio 2002 ed è stato recentemente approvato in
conferenza dei servizi.
Estensione dell’area
L’area contaminata ha una superficie di
circa 2.750 m2, uno spessore medio di 2,3 m ed un ‘volume di 6.330 m3 il
peso stimato dei materiali da trattare è compreso tra 10.000/11.000ton
Tipo di inquinamento
Nel corso delle varie
indagini, si è riscontrata la presenza di melme acide e fanghi bituminosi di
origine industriale, versati allo stato liquido e semi-liquido sul fondo
della cava, tale smaltimento. ha provocato la contaminazione del terreno di
sottofondo. Non è noto se la coltivazione della torba si è spinta in
profondità fino a superare il livello di materiale fine che protegge
l’acquifero sottostante.
La falda risulta
contaminata da benzene e solventi clorurati sia a monte che a valle della
discarica. Tale situazione potrebbe essere connessa al ristagno delle acque
in un ambiente paludoso.
Il corpo dei rifiuti,
ancora in posto, contiene alte concentrazioni di metalli pesanti e solventi
volatili; quest’ultimi sono responsabili delle esalazioni maleodoranti
nell’ambiente circostante, specie nel periodo estivo, segna1ato dagli
abitanti della zona.
PRESENZA ATROPICA
Attualmente l’area si
presenta sgombra e a cielo aperto, con una diffusa vegetazione spontanea che
ricopre buona parte della sua superficie; il sito non risulta delimitato in.
alcuna maniera. ed è accessibile da ogni lato.
Sui terreni contaminati
non vi è comunque la presenza di popolazione residente mentre sull’area
interessata da inquinamento dalle acque sotterranee, più estesa, sono invece
presenti delle abitazioni private.
Come detto, il sito è
circondato da campi ad uso agricolo ed è adiacente ad un strada e ad una
abitazione privata.
La discarica di Valli di
Mosio rappresenta, secondo lo studio commissionato dal Comune, un pericolo
per l’ambiente e per l’uomo per la presenza di melme acide e fanghi
bituminosi interrati allo stato liquido e semi-liquido.
Come detto, sono note
delle se~iaiazion.i di esalazioni maleodoranti provenienti dal sito
contaminato, specialmente nel periodo estivo.
ACQUE SUPERFICIALI
L’area
interessata dalla discarica si trova ai piedi del terrazzo della Valle
fluviale del F. Oglio; il sito ricade all’interno della fascia fluviale C
del P. A .L (Autorità di Bacino del F. Po), all’esterno comunque dell’area
golenale.
Nella zona circostante
al sito è frequente rinvenire area paludose, derivate dal ristagno delle
acque di deflusso superficiali sui terreni finì, molto diffusi in queste
zone.
Nell’area immediatamente
circostante il . sito in esame non sono presenti corsi d’acqua
significativi; non sono note quindi modificazioni organolettiche delle
acquesuperficiali.
ACQUE SOTTERRANEE
La successione
litostratigrafia evidenzia nell’area in esame la presenza di uno strato
potente più di 6 metri di materiale fine superficiale (in particolare limi,
associati a sabbie finì e talora ad az~1le) nella zona a nord della
discarica, che si assottiglia spostandosi verso sud dove raggiunge lo
spessore di 50 cm.
Questo orizzonte a bassa
permeabilità costituisce una protezione nei confronti della falda acquifera
sottostante, inibendo il passaggio dei contaminanti dalla discarica alla
falda e favorendo la formazione di un modesto livello idrico di ristagno
superficiale. Sotto tale strato si trovano depositi più grossolani come
sabbie e ghiaie, sede della prima falda in pressione che talvolta si
presenta saliente sopra il piano campagna.
La falda ha in genere
una direzione nord-sud, ossia verso il F. Oglio.
Le analisi chimiche
eseguite in passato (1992) su 5 piezometri, indicano una contaminazione da
benzene e da solventi clorurati, ma tale contaminazione risulta presente sia
a monte che a valle della discarica; tale situazione potrebbe essere
connessa al ristagno delle acque paludose, assai diffuse nella zona.
Gli acquiferi
sottostanti ai primo,utilizzati a scopi domestici ed irrigui, sono separati
fitte alternanze di strati sabbiosi e argillosi; si può quindi
ragionevolmente imputabile al trasporto delle acque e del articolato in
sospensione provenienti dal Canale Sisma e dal fiume Mincio e alla,
deposizione in loco dei materiali inquinanti.
Lo studio condotto con.
finalità di analisi. del rischio per.: l’area. fluviale permette di
storicizzare nel dettaglio il fenomeno di inquinamento dei sedimenti:
l’inquinamento più elevato è distintamente localizzato in. sedimenti che al
presente risultano ricoperti da strati di materiale a contaminazione
inferiore. Questa stratificazione è il risultato dell’attivazione
dell’impianto di depurazione degli anni ‘80 e della successiva chiusura
dell’impianto di produzione di cloro-soda (1991).
Per tutti i campioni
analizzati, anche alle diverse profondità dei carotaggi, le sostanze
inquinanti presenti sono il mercurio, eccedente limiti per uso verde in 5
campioni su 45, gli idrocarburi leggeri in 14 campioni, e gli idrocarburi
pesanti in 5 campioni.
Dai dati si ricava che
le sostanze inquinanti sono eccedenti i limiti della colonna A Allegato 1
del D.M. 471/99, ma inferiori ai limiti della colonna B stesso decreto. E’
attiva una fonte di contaminazione secondaria costituita da sedimenti
fluviali inquinati presenti nell’alveo del fiume Mincio, nei canali a
servizio industriale e nella Conca di Valdaro
TERRENI
I risultati delle
analisi condotte da ARPA confermano le caratteristiche del suolo della
penisola effettuata da EcoAppraisal. Si evidenzia nei terreni delle sponde
circostanti la conca la presenza discontinua di mercurio ed idrocarburi in
concentrazioni inferiori ai limiti del D.M. 471/99 per l’uso industriale dei
suoli; in un solo punto si è rilevata la presenza di inquinamento per
idrocarburi in concentrazione superiore ai limiti per uso industriale.
Per i metalli cadmio,
piombo, cromo tot. non si è osservato il superamento dei limiti indicati
nell’Allegato i del D.M. 471/99.
ARIA
La componente aria non
risulta interessata dalla contaminazione
CONDIZIONI
STRUTTURALI
Nella situazione attuale
l’area si presenta sgombra e priva di strutture. |